Fare una diagnosi precoce significa individuare un tumore in fase iniziale, quando in genere non dà ancora sintomi e non si è diffuso in altri organi con le metastasi. Per molti tipi di cancro trattare un tumore nei primi stadi è più semplice e le probabilità di successo sono maggiori: gli interventi chirurgici possono infatti essere più circoscritti e le terapie meno pesanti, con una conseguente migliore qualità di vita dei pazienti.
La diagnosi precoce in oncologia può essere casuale, quando per esempio il tumore viene individuato grazie a un esame effettuato per altri motivi e non con lo scopo specifico di cercare un cancro. Più spesso la scoperta precoce di alcuni tra i tumori più diffusi o conosciuti, come seno, collo dell’utero, colon, avviene nell’ambito di un programma di screening di popolazione.
La diagnosi precoce permette di individuare tumori molto piccoli e non ancora diffusi agli organi vicini, per cui l’esito delle cure in molti casi è migliore o addirittura risolutivo, ma il tumore è comunque già presente. Si parla in questo caso di prevenzione secondaria. La prevenzione primaria, invece, consiste in una serie di comportamenti e a volte di terapie che hanno lo scopo di evitare che il tumore si formi.
Tumore del colon-retto
Per il tumore del colon-retto la prevenzione primaria comprende abitudini e comportamenti che possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare questo tipo di cancro. Tra questi: seguire una dieta ricca di fibre, frutta e verdura e povera invece di grassi, di carni rosse e lavorate, mantenere un peso corporeo sotto controllo e fare esercizio fisico.
Per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto, ossia per la prevenzione secondaria, si effettuano invece esami specifici.
Tumore del collo dell’utero
Per il tumore del collo dell’utero la prevenzione secondaria è lo screening con il Pap test o il test HPV. Invece un importante strumento di prevenzione primaria, la vaccinazione anti HPV, in grado di proteggere dai ceppi virali più aggressivi, responsabili di circa il 70 per cento dei tumori della cervice.
Diagnosticare la malattia ai primi stadi è fondamentale per alcuni tipi di tumore.
Tumore del seno
Il tumore del seno colpisce circa 1 donna su 18 nel periodo di massima incidenza (50-69 anni) e 1 donna su 8 nel corso della vita. Si può però fare molto per ridurre il rischio del tumore al seno o per diagnosticare la malattia in fasi precoci, quando è più curabile.
Si tratta della neoplasia più frequente nelle donne in tutte le fasce di età, con un continuo aumento dell’incidenza.
Sono stati identificati molti fattori di rischio per questo tipo di tumore. Alcuni sono modificabili, come abitudini e comportamenti dannosi, quali un’alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di grassi animali, l’abitudine al fumo e una vita particolarmente sedentaria. Altri fattori di rischio, invece, non si possono modificare, come i fattori genetici e l’età: la maggior parte di tumori del seno colpisce donne oltre i 50 anni.
Ci sono inoltre alcuni fattori legati alla vita riproduttiva della donna che possono influenzare il rischio di tumore del seno: per esempio, una prima gravidanza prima dei 30 anni e l’allattamento al seno sono protettive contro la malattia.
Circa il 5-10 per cento dei tumori della mammella sono associati a fattori di rischio ereditari, in particolare a mutazioni nel DNA.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 25 anni con l’autopalpazione, affiancata dall’ecografia mammaria. Dopo i 40 anni si associa anche la mammografia.